Sebbene l’infezione da papillomavirus ( HPV ) sia necessaria per lo sviluppo del tumore della cervice, ed il vaccino anti-HPV, Gardasil, prevenga l’infezione primaria dei sierotipi 16 e 18 di papillomavirus ( ritenuti responsabili di circa il 70% dei casi di carcinoma della cervice ), è opportuno esaminare i fatti in un contesto più ampio per poter valutare più compiutamente la reale necessità della vaccinazione.
Nell’agosto 2007 sul Canadian Medical Association Journal ( CMAJ ), Abbey Lippman, un’epidemiologa della McGill University, ha fatto alcune puntualizzazioni riguardo alla vaccinazione per la prevenzione dell’infezione da papillomavirus:
1) Non c’è alcuna evidenza di tumore della cervice in Canada. Secondo il Canadian Center Statistics 2006, circa 4.000 donne sono morte durante l’anno 2006 a causa del tumore del collo dell’utero.
2) Il tumore invasivo della cervice segue un decorso lentamente progressivo, con la possibilità di intervento nei vari stadi. Di conseguenza, le morti associate al carcinoma della cervice, possono essere evitate mediante condizioni di vita sane e periodici esami mediante il Pap test.
3) La maggior parte delle infezioni da HPV si risolvono spontaneamente. La clearance avviene entro 1 anno in circa il 70% delle infezioni, nel 90% entro 2 anni. Da questo emerge che la maggior parte delle donne che presentano un’infezione da HPV, anche con ceppi ad alto rischio, non svilupperà il tumore della cervice.
4) La natura di un programma di immunizzazione dipende dalla definizione di obiettivi chiari e tangibili. E’ lo scopo del programma di vaccinazione eradicare i sierotipi di HPV ad alto rischio nella popolazione ? oppure l’obiettivo è quello di ridurre la mortalità da tumore della cervice ? Questi diversi obiettivi richiedono strategie differenti.
5) Riguardo all’efficacia di Gardasil, un’analisi approfondita ha evidenziato che il vaccino anti-HPV sembra essere significativamente efficace solo nella neoplasia intraepiteliale cervicale di grado 2 ( CIN 2 ) ( lesioni precancerose potenzialmente rimovibili; di queste il 40% regredisce spontaneamente, e non necessita di trattamento ); i dati di efficacia riguardo alla neoplasia intraepiteliale cervicale di grado 3 ( CIN 3 ) o adenocarcinoma in situ sono insufficienti per trarre conclusioni.
6) Un numero relativamente piccolo di ragazze ( circa 1.200 ), di età compresa tra 9 e 15 anni, è stato arruolato negli studi clinici che hanno valutato Gardasil; queste ragazze rappresentano la popolazione target della vaccinazione anti-papillomavirus. La scelta di vaccinare soggetti di sesso femminale di 11-12 anni è legata alla bassa probabilità che queste ragazze abbiano avuto rapporti sessuali e che pertanto siano state infettate dal virus HPV.
7) La definizione che Gardasil sia il vaccino contro il tumore della cervice, cioè che sia in grado di impedire lo sviluppo di tutti i carcinomi della cervice, non è corretto. La pressante attività di marketing esercitata dalla società produttrice, già prima dell’approvazione del vaccino, ha reso difficile una valutazione serena del problema.
8) L’alto costo del vaccino impone un’approfondita analisi costo-efficacia, anche perché non è chiaro il valore aggiunto del vaccino; le persone vaccinate, inoltre, non solo devono praticare sesso sicuro, ma anche sottoporsi a Pap test, come le donne non vaccinate. ( Xagena2007 )
Fonte: Canadian Women’s Health Network, 2007
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