Diabete
Steven Nissen della Cleveland Clinic ( Stati Uniti ) ha compiuto una meta-analisi di studi clinici ed è giunto alla conclusione che il Rosiglitazone ( Avandia ) potrebbe essere associato ad un più alto rischio di infarto miocardico. L’FDA al riguardo non è in grado di confermare i dati di Nissen e si è riservata di approfondire la questione.
L’FDA ha emesso un black box warning ( un’avvertenza che segnala un possibile grave pericolo per la salute ) sul rischio di scompenso cardiaco con l’uso dei glitazoni, cioè con il Rosiglitazone e con il Pioglitazone ( Actos ).
Il Rosiglitazone è presente anche in Avandamet ( in associazione alla Metformina ) ed in Avandaryl ( in associazione alla Glimepiride ).
Una revisione della letteratura ha mostrato che la Metformina ( Glucophage ) riduce la mortalità nei pazienti con diabete ed insufficienza cardiaca.
Enuresi
Nell’enuresi notturna primaria in corso del trattamento con Desmopressina ( Minirin/DDAVP ), i pazienti devono evitare un carico eccessivo di liquidi.
In presenza di vomito o diarrea, la Desmopressina deve essere interrotta.
La Desmopressina può causare iponatriemia, con possibile insorgenza di convulsioni.
Fibrillazione atriale
Nella fibrillazione atriale parossistica, con pochi episodi aritmici, l’approccio pill-in-the-pocket può risultare particolarmente utile.
L’approccio pillola-in-tasca consiste nell’assunzione di una dose di carico di Flecainide ( Almarytm ) o di Propafenone ( Rytmonorm ) al momento dell’episodio acuto.
I farmaci di classe IC, come Flecainide e Propafenone sono particolarmente efficaci nel convertire la fibrillazione atriale parossistica a ritmo sinusale. La Flecainide è da preferire al Propafenone per la sua farmacocinetica lineare.
Il farmaco antiaritmico più efficace è l’Amiodarone ( Cordarone ), che trova indicazione particolarmente nei pazienti con malattia cardiaca sottostante, ma è gravato da importanti effetti indesiderati, tra cui alterazioni tiroidee.
Infiammazione
I farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) si equivalgono nell’attività antinfiammatoria, tuttavia ci possono essere marcate diversità nella risposta individuale del paziente.
Per l’ottenimento di un effetto analgesico, l’antinfiammatorio deve essere somministrato per almeno 1 settimana, mentre per un effetto antinfiammatorio sono necessarie 3 settimane. Trascorso questo periodo, se non si osservano risposte, è utile passare ad un altro farmaco.
Uno dei farmaci antinfiammatori più usati è la Nimesulide ( Aulin ), che trova largo impiego nel dolore acuto, sintomi di osteoartrosi dolorosa e dismenorrea primaria.
La Nimesulide è sotto inchiesta a causa della sua epatotossicità. Sono stati segnalati casi di grave danno epatico con necessità di trapianto, talvolta ad esito fatale.
È molto probabile che alla base dell’epatossicità ci siano reazioni idiosincrasiche, cioè reazioni di ipersensibilità.
L’EMEA ha limitato l’uso della Nimesulide ad un massimo di 15 giorni.
Tra gli antinfiammatori, sono ampiamente utilizzati i derivati dell’acido propionico.
L’Ibuprofene ( Algofen 200 mg; Brufen 400 e 600 mg ) presenta il miglior profilo rischio-beneficio della classe.
Il Naprossene ( Momendol 225 mg; Naprosyn 250 e 500 mg ) ha una discreta efficacia, ma effetti indesiderati maggiori rispetto all’Ibuprofene.
Il caso Vioxx ( Rofecoxib ) ha messo in dubbio la sicurezza degli inibitori selettivi Cox-2.
Il Vioxx è stato ritirato dal commercio nel 2004 dopo che erano emerse reazioni avverse gravi a livello cardiaco ( infarto miocardico ).
Bextra ( Valdecoxib ), un altro inibitore Cox-2, è stato ritirato dal commercio nel 2005, perché associato a rischi cardiovascolari.
In Italia, sono in commercio due inibitori Cox-2, Celecoxib ( Celebrex ), che sembra avere un profilo cardiovascolare migliore rispetto al Vioxx, ed Etoricoxib ( Arcoxia ).
Secondo l’FDA Arcoxia è associato a rischio cardiovascolare, e la domanda di immissione in commercio negli Stati Uniti è stata respinta.
Ipercolesterolemia
Gli studi clinici hanno mostrato che nel trattamento dell’ipercolesterolemia, la Rosuvastatina ( Crestor ) in monoterapia è più efficace dell’Atorvastatina ( Torvast ), Simvastatina ( Sinvacor, Zocor ) e della Pravastatina ( Sanaprav, Selectin ) nel ridurre i livelli di colesterolo LDL e di aumentare il colesterolo HDL.
Inoltre, la Rosuvastatina permette ad un più alto numero di pazienti di raggiungere gli obiettivi fissati dalle lineeguida americane ( NCEPT ATP III ) e da quelle europee ( European ).
La terapia di combinazione Simvastatina + Ezetimibe ( Vytorin, Inegy ), che trova impiego elettivo in caso di fallimento della monoterapia, ha mostrato un’elevata efficacia ipolipidemizzante.
Menopausa
Gli studi del Women’s Health Initiative ( WHI ), che stavano valutando il ruolo della terapia di sostituzione ormonale, sono stati interrotti prima della loro naturale conclusione per il presentarsi di una maggiore incidenza di ictus, trombosi e tumore alla mammella nelle donne sane in postmenopausa.
Un altro studio WHI ha mostrato che la supplementazione a base di Calcio e di Vitamina D, produce solo modesti benefici nel preservare la massa ossea e nel prevenire le fratture dell’anca in alcune donne sane in postmenopausa, particolarmente nelle donne d’età superiore ai 60 anni; la supplementazione non previene altri tipi di fratture.
Osteoporosi
Secondo lo Scottish Medicines Consortium, il Ranelato di Stronzio ( Protelos ) deve essere utilizzato solo quando i bifosfonati sono controindicati o non tollerati, e solo nelle donne di età superiore ai 75 anni con una precedente frattura ed una bassa densità ossea, o nelle donne che presentano rischi equivalenti.
Sovrappeso & Obesità
Orlistat è un inibitore delle lipasi pancreatiche, in grado di ridurre l’assorbimento dei grassi alimentari. Alcune meta-analisi hanno evidenziato che Orlistat sembra essere meno efficace di Rimonabant e Sibutramina nei pazienti con sovrappeso o con obesità.
Orlistat è associato ad un’alta percentuale di eventi avversi gastrointestinali, tra cui urgenza fecale, feci liquidi o oleose, dolore addominale.
Rimonabant ( Acomplia ) è il capostipite di una nuova classe di farmaci, gli antagonisti del recettore dei cannabinoidi CB1.
Secondo l’FDA, Rimonabant sarebbe associato a rischio di suicidalità.
L’analisi degli studi clinici e dei dati di post-marketing, ha inoltre evidenziato un’alta incidenza di depressione e stati ansiosi tra i pazienti che assumono Rimonabant.
L’EMEA ha controindicato l’uso di Rimonabant nei pazienti con depressione maggiore o che stanno assumendo antidepressivi.
La Sibutramina ( Ectiva, Reductil, Reduxade ), un inibitore della regolazione della serotonina e della noradrenalina, è associata a rischio cardiovascolare. Il farmaco aumenta la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca.
In Italia, i preparati a base di Sibutramina sono stati ritirati dal Ministero della Salute nel 2002, e rimessi in commercio dopo che l’EMEA ha ritenuto che i benefici della Sibutramina fossero superiori ai rischi.
La Sibutramina non deve essere assunta dai pazienti con malattia cardiovascolare o con segni di malattia, e nei soggetti con ipertensione non adeguatamente controllata.
Vaccinazione anti papillomavirus
La vaccinazione anti-papillomavirus è tema di discussione. La decisione di dare avvio alla vaccinazione di massa contro il papillomavirus è giudicata da alcuni troppo precipitosa.
Un articolo, pubblicato sull’Harvard Women’s Health Watch, invita alla cautela nell’impiego del vaccino contro il papillomavirus ( HPV ), perché non sono interamente noti i suoi benefici ed i suoi rischi.
Riguardo alla sicurezza di Gardasil, la consultazione del database degli eventi avversi sui vaccini ( VAERS ) ha evidenziato finora più di 4.000 reazioni avverse. Sono stati segnalati casi di orticaria, difficoltà respiratoria, paralisi facciale, crisi convulsive, sindrome di Guillain-Barre, dopo somministrazione del vaccino Gardasil. Non è noto se oltre alla relazione temporale tra vaccinazione e comparsa dell’evento avverso, ci sia una relazione causale.
Uno studio ha mostrato che il vaccino bivalente anti-papillomavirus Cervarix, non è efficace nelle donne che hanno già contratto l’infezione. Questo dovrebbe indurre a non vaccinare le persone adulte, nelle quali è alta la probabilità di aver contratto l’infezione da HPV.
Non esistono ad oggi screening di massa per accertare se una persona presenti un’infezione da ceppi oncogeni di papillomavirus.
Sul Canadian Medical Association Journal ( CMAJ ), Abby Lippman della McGill University, sostiene che non esiste attualmente, un’epidemia di tumore alla cervice e, pertanto, non sarebbe necessaria la vaccinazione. Inoltre, nella stragrande maggioranza dei casi, l’infezione da papillomavirus si risolve spontaneamente nell’arco di 1-2 anni.
Il tumore della cervice può essere individuato nelle sue fasi precoci, sottoponendosi regolarmente a Pap-test.
Gli effetti della vaccinazione anti-papillomavirus, supposto che il vaccino conferisca immunità in modo permanente ( dato da dimostrare ), dovrebbero vedersi tra 20-30 anni. ( Xagena2007 )
Fonte: Guida all’uso dei Farmaci, 2007
Farma2007